Come scegliere le scarpe adatte al Selvaggio Blu

In questo articolo voglio parlarvi di scarpe. Sfrutterò le caratteristiche varie (a volte complicate) del trekking alpinistico del Selvaggio Blu perché ritengo sia un percorso dove la scarpa giusta può fare la differenza; sia in termini di confort che di sicurezza.

Ma iniziamo con ordine, cos’è Selvaggio Blu? E’ il “trekking” più impegnativo d’Italia, un percorso a filo di falesie tra roccia e mare dove si devono superare brevi e facili pareti rocciose e calarsi in corda doppia. Si sviluppa per circa 42 km percorrendo 3000 m. di dislivello positivo in 5 giorni e con 4 bivacchi.

In questo lungo percorso i terreni che si affrontano sono veramente tanti, diversi, a volte molto difficili. Mettendo a dura prova sia le nostre abilità di trekker che la suola e la struttura delle nostre scarpe.

Si va dal facile fondo sassoso, alle difficili e pericolose lame carsiche (campi solcati), al brecciolino scivoloso (tipo biglie) fino al comodo e morbido fondo del bosco (Biriola). A questo si aggiunga che ci si dovrà affrontare qualche facile passaggio di arrampicata su roccia oltre a camminare su tronchi di ginepro posti a mo’ di passerella per facilitare il nostro procedere.

Consigliare una scarpa non è facile perché una volta appurata la varietà del terreno la scelta passa per aspetti molto personali, a volte ergonomici che differiscono di molto da persona a persona.

Vediamo comunque di delinearne le caratteristiche basiche:

suola: con ancora una buona tacchettatura, (la presenza di climbing zone non è fondamentale) con mescola non troppo morbida (tipo scarpa da trail) ma buon grip. Una scarpa con più di 7/8 anni avrà la mescola indurita (pensate ai copertoni della vostra auto) e non offrirà più grip, nonché la sua struttura sarà divenuta fragile.

intersuola: conferisce struttura alla suola, sostegno alle dita e alla pianta del piede nonché può offrire ammortizzo, ottime caratteristiche se si cammina per tante ore (magari con lo zaino pesante) e per tanti giorni.

struttura esterna: troppo leggera conferisce leggerezza alla scarpa ma può risultare molto fragile alla roccia tagliente e agli arbusti. Un po’ di riparo sui fianchi del piede è consigliato.

tipologia:

  • alta: conferisce sostegno e guida all’articolazione della caviglia nonché riparo ai malleoli; di contro la scarpa alta limita la libertà di movimento dell’articolazione stessa e può risultare troppo calda;
  • media: se non ci sono frizioni ai malleoli, potrebbe essere il giusto compromesso tra mobilità, protezione e calore;
  • bassa: consente la massima libertà all’articolazione, è più leggera e fresca. Richiede però una certa stabilità alla caviglia e un po’ di attenzione camminando tra le rocce affilate.

fodera e imbottitura: garantiscono la comodità del piede e della caviglia all’interno, anche proteggendoli. Sconsigliata una scarpa troppo imbottita o calda, le temperature sono sempre gradevoli (o calde) e avere i piedi troppo caldi può causare la formazione di vesciche.

rivestimenti: goretex e membrane similari non sono fondamentali. In Sardegna di solito piove poco e comunque se si bagna la scarpa, senza membrana si asciugherà più velocemente.

Per approfondimenti puoi vedere il video su you tube

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